Questa mattina, al mio risveglio, ho trovato lei:

Una sorpresa completamente inattesa. Non mi ero accorta, ieri, che fosse spuntata.
Ho realizzato in un secondo che quel fagiolino secco e striminzito, confezionato in un barattolo di latta da una nota catena “dicosevarie” nordeuropea, acquistato per la mia bimba in un godutissimo momento di pausa…quel fagiolino che abbiamo piantato qualche sera fa, innaffiato regolarmente ogni due giorni (dopo avere attentamente contrassegnato sul calendario la cadenza suggerita dalle istruzioni con un deciso cuoricino colorato di rosso )…non solo ha messo fuori la testa dalla terra, ma si é volto al cielo ed aperto al mondo.
Non ero neppure certa potesse attecchire. Quando ho proposto a Zoe di provare a piantarlo non avevo idea di cosa sarebbe accaduto: ho sempre avuto un incurabile pollice nero (pensavo). Mai stata capace di salvare da una lenta agonia neppure il più rigoglioso basilico ostinatamente ri-acquistato al supermercato. Come potevo credere che un minuscolo fagiolo, stampato e venduto in serie, potesse evolversi e trasformarsi in questo modo?
Eppure questa mattina era lì. Il fagiolino era diventato una piantina. Il collegamento con la consapevolezza, con quella che definisco la coscienza di me, é arrivato dritto come una freccia scoccata lontano: è tutto lí, racchiuso in un fagiolo, il senso profondo di tutto ciò in cui credo.
La consapevolezza dunque é come un seme? Fammici pensare..
Un granello di pensiero, che é sempre stato lì, nel barattolo della tua coscienza, sopito, silente.
Poi un giorno apri il barattolo, cerchi più o consapevolmente di seguire le istruzioni. Il semino non salta fuori subito, é ben sotterrato sotto strati di terriccio.
Scavi, cerchi, poi d’un tratto, eccolo lì.
Ora tocca decidere: crederci o no.
Non é semplicissimo questo atto di fiducia. Apparentemente non sussiste alcuna condizione affinché questo semino possa sbocciare, e crescere rigoglioso. Ora é solo un semino come tanti. In fin dei conti se é stato lì fino ad ora, immutato, come potrà modificarsi così radicalmente e in così poco tempo, restando immerso nella stessa materia in cui ha vissuto fin qui, con la sola aggiunta di piccoli gesti di attenzione?
Ci ho creduto nel semino, anche se un po’ scettica. L’ho piantato, ho cercato di prendermene cura seguendo le istruzioni, ho cercato di non dimenticarmelo. Ho vissuto intanto, dedicato spazio ed attenzione ad altro, l’ho lasciato libero di essere, il semino, senza assillarlo con una eccessiva pressione o aspettativa. L’ho solo ricordato per dedicargli qualche momento di attenzione. Non ci sono riuscita sempre: ho saltato qualche piccolo compito di cura.
Eppure eccolo lì, il semino. Divenuto germoglio, già sembra una piantina e seguirà il suo ciclo. Non ho idea di cosa diventerà, che forma prenderà, quanto durerà la sua vita. Però so che se prima era solo un desiderio, e non ero sicura sarebbe stato in grado di cambiare ed evolvere, e non ero neppure certa che avrei saputo prendermene cura nella giusta misura, alla fine ho voluto provarci, l’ho scovato, l’ho piantato, l’ho curato, e lui ha fatto il resto del lavoro.
Così avviene nella nostra coscienza. Se hai un desiderio, per quanto possa sembrarti poco degno di attenzione, o magari di difficile realizzazione, non lasciarlo chiuso nel barattolo, non aspettare che scada per buttarlo via.
Prendi il tuo barattolo, aprilo. Se il desiderio é lì da tanto tempo può essere che tu fatichi a identificarlo con chiarezza. Probabilmente é sotto strati di terriccio. Non rinunciare, continua a cercarlo. E quando lo trovi, anche se ti sembra scarno, o fragile, osservalo bene e non farti ingannare: racchiude in sé una energia vitale che ti stupirá!
Libera il barattolo dalle ostruzioni non più necessarie, pianta il tuo desiderio. Non soffocarlo con le preoccupazioni e un eccessivo strato di attenzione agli ostacoli. La consapevolezza di quelli serve, a prestare la giusta attenzione alle regole e a prevenire alcune conseguenze, ma se eccessiva non lascia nutrimento al resto. Esplorali ma non fermarti lì. Immergi il tuo desiderio al punto giusto, innaffialo con il pensiero attivo sui benefici che trarrai dalla sua crescita, su ciò che rappresenta per te. Curalo ma dagli il tempo che gli serve per attecchire. Non dimenticarlo ma non pretendere troppo da lui. Continua a prendertene cura e vedrai che realizzerà il suo scopo. Tu realizzerai il suo scopo. Il tuo.
Quel fagiolino ti sorprenderà. E tu scoprirai qualcosa su di te. Provaci. Prendi il tuo barattolo. Aprilo.
E se proprio non riesci a trovare il tuo fagiolino, ma senti, sai che da qualche parte c’è..beh, allora fammi un fischio. In due a volte é più facile!
“You never know what you can do until you try” ~ C. S. Lewis


